Lucca Games 2023: un tentativo di commento equilibrato

Finita questa edizione di Lucca Comics & Games, che celebrava fra le altre cose il trentennale di Lucca Games (che poi è l’unica parte della fiera che ho visto davvero, pur avendo avuto modo di girare per le varie aree della città spostandomi per i vari appuntamenti) vorrei provare a dire due parole su un evento che da un lato si conferma come il più importante dell’anno, quantomeno a livello culturale e editoriale, ma mostra anche qualche limite piuttosto evidente soprattutto di fronte agli imprevisti.

Mi è capitato, in passato, di gestire in prima persona eventi ludici in centro città a Pisa (niente di paragonabile a Lucca C&G, parliamo di eventi da sette/ottomila persone, quindi meno di un decimo della fiera lucchese a pieno carico), e mi è bastato per sapere che gestire un evento in centro città è – per usare un termine tecnico – un macello colossale. Soprattutto se il meteo decide di fare lo stronzo. Le decisioni vengono spesso prese sul momento e sulla base di una situazione che era almeno in parte imprevista, e le risorse a disposizione sono spesso limitate. Questo per dire che non penso che Lucca Crea abbia poteri magici e possa risolvere i problemi con un “reparo” di potteriana memoria. Si fa quel che si può e con quel che c’è.

Ma se Lucca Comics & Games non è PisaGioca per dimensioni e difficoltà organizzative e logistiche, non lo è neanche come budget e forza lavoro, e può contare su risorse notevoli sia economicamente che a livello di personale; alcune cose possono essere previste e “pre-affrontate” e altre sicuramente migliorate a monte. Posto che il maltempo dei primi giorni è stato davvero eccezionale, in particolar modo in altre zone della Toscana (cosa che comunque ha reso difficoltoso raggiungere e lasciare l’evento, fra strade chiuse e treni cancellati), ho trovato inspiegabili una serie di decisioni da parte dell’organizzazione, e cioè:
che i cartelli in città fossero senza indicatori di direzione: l’elenco dei padiglioni mi serve a poco, senza una cazzo di freccia che mi dica dove andare;
– parimenti, le comunicazioni su eventi, cambiamenti di programma e disservizi sono state percepite, da persone con cui ho parlato e dal sottoscritto, come lacunose e perennemente in ritardo, un po’ come se di fronte a uno stato di emergenza avesse chiaramente vinto l’emergenza;
– sempre su questo versante, che il personale della fiera fosse spesso completamente all’oscuro di dove fosse cosa e quando; che un addetto della fiera chieda a me dove si trova il punto accredito o l’evento X è fuori dal mondo, dovrebbe essere il contrario;
– sicuramente ci saranno stati dei motivi, ma lo spostare all’aperto tutti i concerti prima di una tre giorni di temporali ampiamente previsti mi suona quasi come un tentativo di eliminare il problema eliminando i concerti (un abbraccio ai Wind Rose che ci tenevano tantissimo a suonare a Lucca)
– sempre sul maltempo, ma anche pensando alle persone con disabilità motorie, che non ci fossero abbatanza coperture (per cui tavoli e persone si trovavano zuppi in pochi secondi), posti per sedersi/riposare e passerelle davanti ai bagni e nelle zone più “inondate”; questo ha reso l’esperienza davvero molto frustrante, stancante e scomoda per tantissime persone, e questo è davvero un peccato. Capisco la celebre voglia di risparmiare dei lucchesi, ma un po’ di tensostrutture, assi/pedane e qualche seduta in più non penso mandino fallito un evento del genere.

Se in fiera i disagi superano le possibiltà, se trovare quello che si cerca è impossibile e le persone si innervosiscono e tutto diventa più difficile: la gente si incazza, gli editori vendono meno, lo staff fiera va nel panico, gli eventi vengono disertati. Non è andata male, anzi, però soprattutto i primi giorni l’impressione è che si sarebbe potuto fare “un po’ meglio” per evitare aperture in ritardo, code sotto la pioggia e disagi vari ed eventuali al pubblico.

Detto questo, chi ha seguito la mia pagina Facebook nei giorni scorsi sa che per me la fiera è stata assolutamente positiva: Lucca Games è sempre Lucca Games, l’offerta di eventi culturali e di gioco è imponente, la mole di prodotti in esposizione è opulenta, gli ospiti sono sempre di prim’ordine. Come sempre mi sono divertito un sacco ai firmacopie di Vudù (che ha festeggiato i trent’anni del Games con un doppio sold-out di variant cover ed espansione) e ho avuto l’onore di sedere accanto a Pär Sundström dei Sabaton per il firmacopie di A Battle through History allo stand Scribabs.

Nonostante l’assenza di Roby De Micheli dei Rhapsody of Fire (causa interruzione dei collegamenti col nord est per il maltempo) anche gli eventi di the March against the Tyrant sono stati molto piacevoli (un grazie in particolare ai ragazzi che sono venuti a provare il gioco nella lontanissima Area Pinturicchio), in particolare nella giornata di sabato, in cui Roberto (in collegamento) ha condiviso il palco del padiglione Carducci con Paolo Vallerga, Swen Harder e Nicoletta Rosellini per parlare del legame fra musica metal e gioco sul palco del padiglione Carducci.

Come sempre, l’esperienza lucchese è un turbine di emozioni in cui può capitare di bestemmiare fortissimo per qualche imprevisto e di divertirsi come bimbi mezz’ora dopo; come ogni anno si troveranno tantissimi lati positivi e, ahimé, diverse cose che potevano essere fatte meglio e che possono migliorare.

Sicuramente ci vedremo di nuovo l’anno prossimo, però, perché per quanto mi riguarda Lucca Comics & Games è un appuntamento irrinunciabile ormai da più di trent’anni (e professionalmente da almeno quindici), in cui rivedere persone che stimo e a cui voglio bene e per passare un po’ di tempo con fan e persone appassionate.

Grazie a tutte le persone che sono passate per un saluto o con cui siamo riusciti a scambiarci due chiacchiere, un abbraccio o una risata. Adesso vado a dormire per ventiquattr’ore 😀

A presto!

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